Il team manager Agostino Colucci |
Agostino raccontaci qualcosa di te: “Ho
47 anni, vivo a Sora, sono laureato in Giurisprudenza e svolgo sia l’attività
di avvocato che di Giudice di Pace qui ad Avezzano. Ho svolto lo stesso ruolo
per 15 anni a Civitella Roveto, ma poi quell’ufficio è stato chiuso ed ora
dipende tutto dalla città capoluogo della Marsica. Ho due bambini di 8 e 12
anni. La più grande è una femminuccia che si chiama Matilde Silvia Domenica ed
è molto appassionata di calcio. Pensa che conosce tutti i giocatori ed a volte
mi prende in giro quando mi chiede il nome di un allenatore di una squadra ed
io non so risponderle. Il più piccolo è, invece, un maschietto (Francesco, ndc)
che al momento pensa solo a giocare con gli amichetti ed ancora non si avvicina
al calcio vero e proprio”.
Tu quindi sei un giudice a tutti gli
effetti: “Si, il Giudice di Pace è un magistrato onorario, nominato dal
Consiglio Superiore della Magistratura. E’ un lavoro che mi affascina perché
sei sempre in contatto con tante persone ed il lato umano della cosa mi
gratifica molto. Se si conoscesse di più questo lavoro, si capirebbe che tante
controversie potrebbero essere risolte in pochissimo tempo”.
Come sei diventato Team Manager
dell’Avezzano? “Seguivo la squadra dal di fuori, poi un giorno ho
incontrato il Presidente Paris che mi ha proposto questo ruolo ed ho accettato
subito, senza pensarci un attimo. Lo ringrazierò sempre perché mi ha fatto
conoscere un mondo bellissimo, dove è possibile fare anche tante amicizie come
è successo a me. Io poi sono uno sportivo è questo ruolo è il massimo. Lo
svolgo con tanta passione ed abnegazione. Sono il contatto tra lo spogliatoio e
la società, oltre ad occuparmi anche dei rapporti con i dirigenti delle altre
squadre quando si gioca la domenica e con la terna arbitrale”.
Parlaci del momento dell’Avezzano: “I
ragazzi erano partiti non bene, benissimo, poi c’è stata una piccola flessione
e adesso ci siamo riportati sulla giusta strada. Bisogna solo ottenere quei
punti necessari per centrare la salvezza e poi avremo fatto un piccolo
miracolo. Per essere il primo anno di serie D direi che ce la siamo cavata alla
grande. Ci salveremo senza problemi e l’esperienza fatta quest’anno ci servirà
per il prossimo campionato”.
Con chi hai legato di più tra i giocatori?
“Sono tutti ragazzi fantastici, potrebbero essere miei figli. E’ un giusto mix
tra under ed over che è difficile da trovare tra le altre squadre di questo
girone. Se devo proprio fare dei nomi direi D’Avino e Pollino tra gli under e
Di Genova e Sassarini tra gli over. Ma ripeto con tutti ho un ottimo rapporto.
Mi piace, quando andiamo in trasferta ad esempio, sapere qualcosa di più di
loro, cosa fanno oltre il calcio, i loro hobby, i loro sogni e devo dire che
sono rimasto sbalordito per i ragionamenti che fanno. Hanno tutti la testa
sulle spalle, sono davvero dei bravi ragazzi che meriterebbero tanta fortuna in
questo mondo. Di solito si pensa che i calciatori non hanno valori, i nostri
ragazzi invece ne hanno tantissimi credetemi”.
E’ vero che tifi per l’Avellino? “Ma
come fai a sapere tutte queste cose di me? Si comunque è vero e ti spiego anche
il perché. I miei genitori erano originari della provincia di Avellino e mio
padre mi portava spesso al Partenio a vedere i lupi irpini. Da allora mi è
rimasta questa fede calcistica e non ho più cambiato. D’altronde anche loro
sono biancoverdi, anche loro sono lupi, quindi era già scritto che dovessi
finire alla società dell’Avezzano calcio”.
(Pino Razzano)